A.G.I.R.E.: Azioni di Genere Innovative in Rete per l’Equality

cod. progetto 6616-0001-1522-2022

PROGRAMMA REGIONALE FSE+ 2021-2027
PRIORITA’ 1. “OCCUPAZIONE”

P.A.R.I.

PROGETTI E AZIONI DI RETE INNOVATIVI PER LA PARITÀ E

L’EQUILIBRIO DI GENERE DGR. n. 1522 del 29/11/2022

Gratuito
Anno formativo: 2024
Sede: Padova, Treviso

Interventi: 

Ob. diversity & inclusion: Gender Theatre: 24 ore: 6 destinatari: 
 

L’intervento è dedicato a utenti occupati (donne e uomini) titolari di aziende, liberi professionisti o consulenti aziendali in ambito sviluppo organizzativo, consulenti del
lavoro, responsabili HR, responsabili di funzione. Consulenti che supportano le donne nella definizione della propria carriera professionale, dipendenti di istituzioni
pubbliche che hanno la finalità di contribuire alla lotta agli stereotipi di genere.

L’intervento di teatro d’impresa si collocherà nella fase progettuale I – “attivazione e intervento”. Verranno svolte due edizioni separate da 6 destinatarie l’una, rispettivamente nella sede di Unione Regionale Veneto (UN.I.COOP) di Vicenza e di Agenzia per Il Lavoro (AXL) di Thiene (VI).
Tale intervento si pone l’obiettivo di sviluppare le capacità per gestire nelle organizzazioni le diversità di genere che si coniugano con diversità, di età, culturale, legata ad una disabilità fisica o psicofisica, linguistica. Per adottare il punto di vista della diversità come un dato di fatto di ogni organizzazione. Nei contesti aziendali attuali è presente un patrimonio di diversità di molteplice natura: genere, età, cultura, esperienze pregresse, etnia, religione, orientamento sessuale, ecc.
Le imprese che ne hanno colto la significatività stanno di fatto implementando interventi finalizzati allo sviluppo di una cultura inclusiva. Lo scopo finale è quello di valorizzare le diversità ed alimentarne la crescita. Le aziende che sviluppano culture inclusive orientate alla valorizzazione delle diversità, traggono anche numerosi vantaggi: sviluppo della predisposizione all’innovazione; aumento della capacità di comprensione delle esigenze di una clientela sempre più diversificata; crescita della motivazione al lavoro; sviluppo delle capacità di risposta alle sollecitazioni del mercato.


Nella macro-area del Diversity Management, la diversità di genere e le Pari Opportunità hanno assunto sempre maggiore rilevanza nei contesti organizzativi evoluti. La Gender Diversity si può suddividere a sua volta in molteplici aspetti: le opportunità di crescita, l’equità remunerativa, le modalità di svolgimento del lavoro, la gestione della maternità, le «enclave» professionali, gli stereotipi e le culture di genere. Intervenire sugli stereotipi e le culture di genere significa agire su comportamenti che hanno radici profonde. Rispetto a questa finalità, il teatro di genere risulta essere davvero efficace. I partecipanti vengono accompagnati in un percorso di consapevolizzazione. Si approfondisce il nostro modo di agire, di pensare, il nostro percepire gli altri e come gli altri ci percepiscono, il tutto incentrato sulla differenza di genere. Questo intervento consente ai partecipanti di acquisire maggiore consapevolezza sulla diversità di genere ed ogni sua manifestazione, che sarà fondamentale per costruire un modello per rendere team più efficaci, proprio perché diversi.


Attraverso il Gender Theatre, sarà possibile raggiungere i seguenti obiettivi:

  • sensibilizzare i partecipanti sulle culture di genere;
  • sviluppare comportamenti inclusivi in ambito genere, focalizzandosi in particolare sugli stereotipi e i comportamenti consapevoli ed inconsapevoli che li riguardano;
  • Agevolare il confronto rispetto ai BIAS di genere;
  • Stimolare la proposta di regole/policy/prassi inclusive all’interno del tessuto organizzativo.

Ob. work-life balance: Skillful Mum: 24 ore: 6 destinatari: 

L’intervento è dedicato a utenti occupati (donne e uomini) titolari di aziende, liberi professionisti o consulenti aziendali in ambito sviluppo organizzativo, consulenti del lavoro, responsabili HR, responsabili di funzione. Si tratta di consulenti che supportano le donne nella definizione della propria carriera professionale, dispendenti di istituzioni pubbliche che hanno la finalità di contribuire alla lotta agli stereotipi di genere.

L’intervento di laboratorio esperienziale si colloca nella fase progettuale I – “attivazione e intervento” con l’obiettivo di accompagnare il reingresso nel mondo del lavoro di neo mamme in congedo per maternità.
Verranno svolte due edizioni separate da 6 destinatarie l’una, rispettivamente nella sede di Unione Regionale Veneto (UN.I.COOP) di Vicenza e di Agenzia per Il Lavoro (AXL) di Thiene (VI). Il dato sulle 36mila neo mamme che nel 2021 hanno lasciato il proprio posto di lavoro, unito all’ultimo dato sull’occupazione femminile, ci dicono che il percorso di raggiungimento delle pari opportunità nell’accesso al lavoro è ancora in salita. Ci sono però anche dei segnali positivi: nelle aziende oggi si vedono modelli di gestione del personale che fanno spazio ai ruoli di vita dei propri dipendenti.

Il percorso di laboratorio esperienziale si appoggia al fatto che le organizzazioni iniziano a comprendere quanto sia importante saper vedere e riconoscere non solo il professionista ma la persona nella sua “complessità”, che è la sua ricchezza, fonte di risorse, talenti nascosti e competenze trasversali. Questo tipo di percorso è volto a evidenziare il modo in cui diversi ruoli che ricopriamo nella quotidianità non si “tolgono” spazio a vicenda ma si arricchiscono l’un l’altro di competenze ed energia. In altre parole, ci rende più consapevoli che il rapporto tra i diversi ambiti della nostra vita non è un gioco a somma zero ma a somma positiva.

L’intervento vuole quindi sviluppare buone pratiche per accompagnare il reingresso nel mondo del lavoro di neo mamme in congedo per maternità. Il modello prevede di lavorare con chi accompagna il rientro (manager, responsabile HR, tutor, ecc.) ma anche con le donne stesse. Centrale sarà l’identificazione delle soft skills allenate durante la maternità, per evitare di cadere nell'errore di credere di essere esattamente le stesse e per non cadere nell'autoreferenzialità che rende difficile la collaborazione con i colleghi. Le destinatarie verranno guidate nell’individuazione dei cambiamenti che sono in essere nella vita organizzativa e familiare della neo mamma e quindi l’accettazione e la comunicazione verso colleghi e collaboratori di una nuova dimensione lavorativa, la necessità di condivisione con il team della modalità della gestione della maternità abbinata alla sfera lavorativa, con la condivisione di modalità di relazione, monitoraggio degli obiettivi, definizione di tempi e scadenze, strutturati a supporto della nuova condizione.

Ob. empowerment femminile: allenamento al benessere organizzativo -I: 8 ore: 12 destinatari: 

L’intervento è dedicato a donne occupate, anche libere professioniste e lavoratrici autonome.


Il coaching umanistico è un intervento su base individuale che verrà collocato nella fase progettuale I- “attivazione e intervento”, con l’obiettivo di accompagnare le transizioni delle donne. L’incontro si svolgerà presso la sede di Unione Regionale Veneto (UN.I.COOP) di Vicenza.

Il Coaching Umanistico è un metodo (composto di basi teoriche, scientifiche e filosofiche, di tecniche e strumenti) di sviluppo e allenamento delle potenzialità, fondato sul presupposto dell’unicità dell’individuo. Il cuore del metodo sta proprio nel concetto di allenamento. Si tratta di un metodo di empowerment della donna attraverso consapevolezza, per accompagnarla nell'ingresso nel mondo del lavoro, nell'entrare in nuovo ruolo, nel rientro al lavoro dopo una malattia o una maternità, nel passaggio dei 50 anni (con ancora tanti anni di lavoro), nei passaggi generazionali o i pensionamenti.
Qualunque parte dell’essere umano, performance, caratteristica organizzativa, gestionale, qualunque aspetto delle risorse interiori è soggetto ad allenamenti continui, spesso negativi e distruttivi, altre volte generativi ed efficaci. Ogni persona o organizzazione è frutto dei programmi di allenamento che coscientemente o meno ha messo in pratica nella sua vita.


In tal senso, l’intervento di coaching umanistico, che coinvolgerà 12 destinatarie occupate, si baserà su una domanda di cambiamento/miglioramento e verifica della sua efficacia nel contribuire alla costruzione e realizzazione del progetto elaborato dall’utente, mettendo a sua disposizione un programma di allenamento concordato, efficace, efficiente e gratificante. La realizzazione degli obiettivi autodeterminati da parte delle donne avverrà grazie alla trasformazione di potenzialità personali specifiche in poteri, competenze e talenti; risorse in grado di modificare la relazione fra la persona e i suoi contesti.


Obiettivo di questo percorso è di rendere l’utente consapevole delle proprie potenzialità; allenarle sul campo per trasformarle praticamente in poteri, competenze e talenti; elaborare, costruire, raggiungere obiettivi di autorealizzazione; allenare la propria autostima in termini di sviluppo personale, relazionale o professionale. In sintesi la persona allenata grazie al coaching umanistico riesce a elaborare mete auto-realizzanti attraverso il potenziamento delle parti migliori di sé stesso.

 

Ob. diversity & inclusion: Identificare i profili dei D&I Manager e Specialist: 32 ore: 6 destinatari: 

 

L’intervento è dedicato a utenti occupati (donne e uomini) titolari di aziende, liberi professionisti o consulenti aziendali in ambito di sviluppo organizzativo, consulenti del lavoro, responsabili HR, responsabili di funzione. Si tratta di consulenti che supportano le donne nella definizione della propria carriera professionale, dipendenti di istituzioni pubbliche che hanno la finalità di contribuire alla lotta agli stereotipi di genere.

L’intervento si collocherà nella fase progettuale I – “attivazione e intervento”, e avrà lo scopo di guidare i partecipanti nell’identificazione dei profili dei D&I Manager e Specialist. Coinvolgerà 6 partecipanti e verrà svolto nella sede di Unione Regionale Veneto (UN.I.COOP) di Vicenza. 

Lo scopo del percorso è di fornire a titolari di aziende, liberi professionisti o consulenti aziendali in ambito sviluppo organizzativo, consulenti del lavoro, responsabili HR, responsabili di funzione, le competenze per promuovere la diversità in azienda, cogliendo le opportunità dei cambiamenti e limitando i rischi. Nonostante oramai sia riconosciuta l’importanza della diversità e dell’inclusione, le organizzazioni fanno fatica a realizzare il cambiamento al proprio interno.

Emerge pertanto la necessità di promuovere nuovi obiettivi, policy e pratiche, ma anche in modo più ampio di favorire una vera e propria cultura inclusiva. Per attuare politiche aziendali secondo un modello di Diversity & Inclusion (D&I) – dopo aver sperimetrato gli aspetti normativi e contrattuali - è necessario soffermarsi sulle persone che presidiano organizzativamente il tema definendone i profili professionali di base.


Il percorso permette di conoscere e approfondire il valore della diversità e dell’inclusione sulla base di evidenze empiriche e dei più importanti risultati scientifici sul campo, e di applicarlo nel contesto aziendale e nel proprio sviluppo di crescita professionale. Centrale è riuscire a focalizzare la collocazione della figura del D&I manager e della sua squadra di collaboratori individuando quelle conoscenze e competenze richieste per ricoprire con efficacia i relativi ruoli. Il D&I Manager/Specialist è una nuova figura professionale, al momento non ancora normata, ma che sta assumendo un ruolo sempre più centrale nelle aziende innovative e che hanno un approccio sostenibile alla gestione delle risorse umane. 

Partendo dall’analisi del contesto e delle nuove normative a cui le aziende dovranno adeguarsi, il percorso vuole fornire le competenze manageriali che possano portare alla valorizzazione effettiva delle diversità e alla creazione di un ambiente di lavoro inclusivo. Saranno proposti strumenti, policy e strategie che possano supportare processi inclusivi, atti a garantire l'espressione del potenziale individuale come leva strategica per il raggiungimento degli obiettivi organizzativi e aziendali.

 

Ob. empowerment femminile: Ti pagano quanto vali?: 8 ore: 6 destinatari: 

 

Il percorso formativo è rivolto a 6 donne occupate, residenti o domiciliate in Regione Veneto. Si tratta di professioniste che, per vari motivi (convinzioni individuali, stereotipi, aspettative, ecc.) negoziano di meno la propria retribuzione e chiedono meno frequentemente un aumento; donne che intendono ridefinire il proprio valore professionale per trasformarlo in vantaggio competitivo con l’obiettivo di acquisire gli strumenti di comunicazione e negoziazione da utilizzare nelle trattative durante il colloquio o, in fase successiva, per le richieste di aumento.

FASE I-Attivazione/intervento.
L’obiettivo dell’intervento, organizzato in doppia edizione presso la sede di AXL a Thiene Vicenza e di UNICOOP a Vicenza, è di rendere le destinatarie consapevoli della presenza dei meccanismi di modesty norm, sindrome dell’impostore e del loro impatto sulla propria carriera, fornendo alcuni strumenti per definire e comunicare in maniera più efficace il loro valore professionale.
Le differenze nelle carriere tra uomini e donne non dipendono solo dalla diversità del campo e delle regole del gioco del mercato del lavoro. Prendendo la libera professione, in cui sono presenti meno vincoli esterni ed è molto più presente la possibilità di prendere delle decisioni in autonomia, diventa difficile spiegare una differenza così marcata di fatturato tra uomini e donne (38% nelle professioni ordinistiche e 50% nelle professioni non ordinistiche) visto che le condizioni esterne sono molto simili.

Partendo proprio da considerazioni come queste si è capito nel corso di studi e ricerche che il processo culturale, i messaggi sociali ed educativi a cui le donne sono esposte in modo piuttosto omogeneo portano allo sviluppo di alcuni pensieri e convinzioni che impattano profondamente sulla carriera delle donne e, nello specifico, sulla capacità di definire e comunicare in modo efficace il proprio valore professionale.

Il percorso formativo in oggetto, si focalizzerà sul rendere le destinatarie consapevoli delle convinzioni professionalmente limitanti che si formano attraverso il processo di socializzazione e culturalizzazione, che rientrano massicciamente in una di queste due dinamiche: la modesty norm e la sindrome dell’impostore.
Per modesty norm si intende la necessità di sottostare ad una norma sociale legata alla modestia (che nella nostra società è una virtù). La modestia è la giusta misura. Il concetto di “giusto” non è però né oggettivo, né universale. Quello che si è scoperto è che esiste una discrepanza di genere in ciò che è una giusta misura: per le donne il livello di esibizione, ostentazione, esposizione “giusto” è inferiore a quello degli uomini e, quando superato, crea negli altri un giudizio negativo più severo rispetto alla trasgressione della norma da parte di un uomo.
La sindrome dell’impostore è la convinzione di non essere mai abbastanza (brava, qualificata, preparata) unita alla paura di venire scoperti. E' un’esperienza dell’essere umano, ma nelle donne è più frequente e più pervasiva.
In presenza di queste convinzioni risulta particolarmente difficile ritenersi delle professioniste all’altezza e raccontarsi come tali.

Considerando questa dinamica, il docente/consulente esperto di gender diversity e comunicazione, fornirà alle destinatarie attraverso gli strumenti necessari per una ridefinizione positiva di sé stesse. Questo permetterà loro di presentarsi ed essere percepite come professioniste di valore, quale elemento fondamentale in un mercato del lavoro così competitivo, veloce e complesso.
Le partecipanti verranno aiutate a mettere a fuoco il proprio valore professionale, che consiste negli asset, nella percezione del valore propri asset e dalla percezione che gli altri hanno di questi all’interno del proprio mercato del lavoro di riferimento. Una volta definito il proprio valore personale, le destinatarie potranno analizzare quali dei propri asset questi elementi sono soggetti al processo di comunicazione e di story telling e verranno guidate a capire come la modesty norm e la sindrome dell’impostore impattano sulla sulla capacità di raccontare. Infine, verranno supportate a sperimentare un racconto diverso, utilizzando principi di comunicazione che valorizzino la loro storia.

 

Ob. empowerment femminile: modesty norm e sindrome dell’impostore: 8 ore: 6 destinatari: 


L’intervento è dedicato a donne occupate, anche libere professioniste e lavoratrici autonome.

FASE I-Attivazione/intervento.
L’obiettivo dell’intervento, organizzato in doppia edizione presso la sede di AXL a Thiene e di UNICOOP a Vicenza, è di rendere le destinatarie consapevoli della presenza dei meccanismi di modesty norm, sindrome dell’impostore e del loro impatto sulla propria carriera, fornendo alcuni strumenti per definire e comunicare in maniera più efficace il loro valore professionale.
Le differenze nelle carriere tra uomini e donne non dipendono solo dalla diversità del campo e delle regole del gioco del mercato del lavoro. Prendendo la libera professione, in cui sono presenti meno vincoli esterni ed è molto più presente la possibilità di prendere delle decisioni in autonomia, diventa difficile spiegare una differenza così marcata di fatturato tra uomini e donne (38% nelle professioni ordinistiche e 50% nelle professioni non ordinistiche) visto che le condizioni esterne sono molto simili.

Partendo proprio da considerazioni come queste si è capito nel corso di studi e ricerche che il processo culturale, i messaggi sociali ed educativi a cui le donne sono esposte in modo piuttosto omogeneo portano allo sviluppo di alcuni pensieri e convinzioni che impattano profondamente sulla carriera delle donne e, nello specifico, sulla capacità di definire e comunicare in modo efficace il proprio valore professionale.

Il percorso formativo in oggetto, si focalizzerà sul rendere le destinatarie consapevoli delle convinzioni professionalmente limitanti che si formano attraverso il processo di socializzazione e culturalizzazione, che rientrano massicciamente in una di queste due dinamiche: la modesty norm e la sindrome dell’impostore.
Per modesty norm si intende la necessità di sottostare ad una norma sociale legata alla modestia (che nella nostra società è una virtù). La modestia è la giusta misura. Il concetto di “giusto” non è però né oggettivo, né universale. Quello che si è scoperto è che esiste una discrepanza di genere in ciò che è una giusta misura: per le donne il livello di esibizione, ostentazione, esposizione “giusto” è inferiore a quello degli uomini e, quando superato, crea negli altri un giudizio negativo più severo rispetto alla trasgressione della norma da parte di un uomo.
La sindrome dell’impostore è la convinzione di non essere mai abbastanza (brava, qualificata, preparata) unita alla paura di venire scoperti. E' un’esperienza dell’essere umano, ma nelle donne è più frequente e più pervasiva. In presenza di queste convinzioni risulta particolarmente difficile ritenersi delle professioniste all’altezza e raccontarsi come tali.

Considerando questa dinamica, il docente/consulente esperto di gender diversity e comunicazione, fornirà alle destinatarie attraverso gli strumenti necessari per una ridefinizione positiva di sé stesse. Questo permetterà loro di presentarsi ed essere percepite come professioniste di valore, quale elemento fondamentale in un mercato del lavoro così competitivo, veloce e complesso.
Le partecipanti verranno aiutate a mettere a fuoco il proprio valore professionale, che consiste negli asset, nella percezione del valore propri asset e dalla percezione che gli
altri hanno di questi all’interno del proprio mercato del lavoro di riferimento.
Una volta definito il proprio valore personale, le destinatarie potranno analizzare quali dei propri asset questi elementi sono soggetti al processo di comunicazione e di story telling e verranno guidate a capire come la modesty norm e la sindrome dell’impostore impattano sulla capacità di raccontare. Infine, verranno supportate a sperimentare un racconto diverso, utilizzando principi di comunicazione che valorizzino la loro storia.